Scheda Spettacolo

SACRA FAMILIA

sabato 18, domenica 19 ore 21

Teatro Carignano, Torino

Prima nazionale

SACRA FAMILIA

nell'ambito di Esperienza Italia 150

CTB Teatro Stabile di Brescia

Maria e Giuseppe come una coppia dei nostri giorni. Rivive nella lingua di Achille Platto, nei suoi versi endecasillabi, la miracolosa normalitá della Sacra Famiglia, di Giuseppe in particolare, tormentato dalla gelosia, costretto a barcamenarsi tra quotidiane tribolazioni e disegni divini, infine avviato a comprendere l'importanza del suo ruolo e la sua indiscussa dignità. Dopo il celebre Bibbiù, Platto si confronta di nuovo con le Scritture con questo inedito.

di Achille Platto
regia Paolo Bessegato

con Paolo Bessegato, Sergio Mascherpa, Esther Elisha
scena
Carlo Sala

produzione CTB Teatro Stabile di Brescia

durata 1h 20'

Sacra Familia racconta un'inedita storia d'amore fra Giuseppe e Maria.
Giuseppe, tormentato da dubbi e insinuazioni sulla maternità della propria donna, è costretto a barcamenarsi fra supreme scelte divine e quotidiane tribolazioni.
Attraverso scorci di realismo cinico si narrano i dubbi sulla fedeltà della futura sposa incinta, il dialogo con un arrogante angelo-psicologo e le discussioni con la vecchia madre.
Poi lo scenario muta, passano trent'anni, Giuseppe e Maria diventano anziani, inseguono nel deserto il figlio Gesù fino a quando il deserto si trasforma in Eden, e lo spettacolo assume una dimensione tragica, catartica.
L'umanità di Giuseppe e Maria risulta riscattata e "ripulita" dalle sovrastrutture oleografiche in cui è stata spesso relegata, rivelando un mondo più vicino, con tutta la carica affettiva di una coppia "normale".
In questo allestimento il testo assume un significato particolare e sorprendente: il linguaggio richiama il dialetto, ma solo nell'impianto sintattico, i vocaboli infatti sono ampiamente comprensibili e i versi endecasillabi in rima accompagnano l'avvicendarsi delle situazioni scandendo un capitolo fondamentale della nostra storia, che, grazie al sapiente uso linguistico, diventa quotidiana e simbolica nello stesso tempo.

ACHILLE PLATTO
Achille Platto nasce a Castrezzato (BS) nel 1948. Il carattere della sua poetica è essenzialmente epico-lirico. Il suo primo "grande affresco" in dialetto bresciano è Bibbiù (Bibbia in dialetto, 1978), una re-invenzione dei passi più noti dell'Antico e Nuovo Testamento. Il Centro Teatrale Bresciano mette in scena una riduzione teatrale di Bibbiù con regia di Paolo Bessegato e scene di Giacomo Andrico riscuotendo un notevole successo di pubblico e critica.
Il poemetto in versi endecasillabi in dialetto bresciano Aqua Trobia (Acqua torbida) anche da inedito si impone all'attenzione della critica; viene poi pubblicato per i tipi della Gam nel 1998.
Nel 1994 la televisione della Svizzera Italiana cura un servizio sulla poesia dialettale italiana presentando Platto come una fra le più interessanti voci poetiche viventi.
Nel 2007 il Comune di Brescia gli conferisce il premio "Vittoria alata". Nel 2009 è invitato a partecipare alla manifestazione "Volgar Eloquio" durante la quale presenta al pubblico milanese due testi teatrali: il notissimo Bibbiù e l'inedito Sacra Familia. 

PAOLO BESSEGATO
Paolo Bessegato si avvicina al teatro all'età di sedici anni, recitando nel gruppo Interazione di Milano che nel 1969 vinse il premio S. Fedele per la ricerca teatrale. Nel 1974 si diploma attore e regista alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano.
Dopo le prime esperienze con Giorgio Strehler e Dario Fo, collabora con importanti artisti tra cui Mina Mezzadri, Nanni Garella, Giuseppe Bertolucci, Massimo Castri, Egisto Marcucci, Michele Placido, Renato Sarti e Leo Muscato.
In coppia con David Riondino ha realizzato per il teatro Il corsaro nero, tratto dal romanzo di Salgari e Garibaldi, tratto dall'autobiografia dell'eroe.
Come regista e interprete ha messo in scena testi di Giancarlo Majorino (Uccellino meschino, 1978), Andrea Zanzotto (Gli sguardi i fatti e senhal, 1980), Antonio Porta (Fuochi incrociati, 1984), Roberto Mussapi (Villon, 1990), Achille Platto (Bibbiù, 1996 e Aqua trobia, 2002); Ottiero Ottieri (L'infermera di Pisa, 2000 e Il palazzo e il pazzo, 2003) e Giuseppe Di Leva (45 giri di parole d'amore, nel 2009 e 2010. Ha curato la regia lirica di Ruy Blas (1987) di Filippo Marchetti al teatro Pergolesi di Jesi. E' per la prima volta al Festival.

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