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18 - 19 giugno
TORINO Hotel Le Meridien Lingotto

SPLENDID'S

di Jean Genet
regia Daniela Nicolò e Enrico Casagrande

traduzione Franco Quadri
consulenza letteraria e musicale Luca Scarlini
con Dany Greggio, Enrico Casagrande, Renaud Chauré,
Vladimir Aleksic, Damir Todorovic, Tommaso Maltoni,
Daniele Quadrelli, Francesco Montanari

la voce della radio è di Luca Scarlini
abiti Ennio Capasa per Costume National
selezione musicale Daniela Nicolò ed Enrico Casagrande
organizzazione e ufficio stampa Marco Galluzzi e Sandra Angelici
logistica Roberta Celati

produzione Motus / Kampnagel Internationale Kulturfabrik di Amburgo / Santarcangelo dei Teatri / Teatro Sanzio-Comune di Urbino / Provincia di Rimini in collaborazione con ETI - Ente Teatrale Italiano / Infinito ltd Gallery di Torino / Xing di Bologna / Comune di Rimini / Regione Emilia Romagna

Sette gangsters, capeggiati da Jean (Genet)/Johnny, all’Hotel Splendid’s tengono in ostaggio e poi uccidono una ricca ereditiera americana con il sostegno di un poliziotto che decide di “rivoltarsi come un guanto”. Esplodono tensioni e complotti, invidie e follie. Sono le ultime ore da vivere in grande stile per la banda “Rafale”, che precipita in un estenuante valzer di tradimenti.
Lotte vane, piccole, fallimentari, ma del resto cosa non è vano in questo mondo?
Splendid’s è una elegante danza funebre, che ha per fulcro il passaggio all’altra sponda, quella del crimine, dell’omosessualità, della diserzione, della debolezza, della rottura delle convenzioni borghesi, ma, inevitabilmente, anche quella dell’assassinio o del suicidio. E qui emerge un tagliente punto di unione con Twin Rooms, dove l’interrogativo di DeLillo “Tu sei un assassino o uno che muore?” trova altre risposte.

Abbiamo letto Splendid’s durante l’allestimento di Orpheus Glance, come contributo, ulteriore suggestione… uno strano noir francese, dalla cifra filmica, un po’ all’americana, con gangster e smoking sudati, come da copione. Cliché cinematografici che bene si innestavano nella tessitura drammaturgica dello spettacolo, che proprio sui cliché ironicamente insisteva.
Ci piaceva l’accuratezza dei personaggi, il loro strano linguaggio poetico e tagliente, l’eleganza dei dialoghi, quasi musicati, che rendevano l’opera tutta assai inedita. Ci colpiva come Jean (Genet)/Johnny si era dipinto all’interno della banda, la Rafale, con leggerezza, la stessa che consigliava per la messa in scena, dove gli attori “….non lasciano i loro mitra nemmeno quando ballano e non si toccano mai…..”.
Lasciammo poi il testo da parte, che comunque ci è sempre parso molto più vicino ad una sceneggiatura cinematografica, con l’intento futuro di affrontarlo nella sua interezza e con l’immagine postuma di attori danzanti armati di mitraillette in una sorta di estenuante Valzer dei tradimenti. In effetti il tema del tradimento, del travestitismo e dell’inesorabile necessità della morte, così ossessivi in Genet, affioravano come segni premonitori già in quest’opera del 1948.
Ma è quasi a due anni di distanza, durante l’ ostinata ricerca per una sorta di stilizzato iperrealismo che ci ha condotto al complesso progetto Rooms, che Splendid’s è tornato, sotto una luce nuova. […]
Di riflesso abbiamo pensato di ambientare una tappa di Rooms all’interno di un vero hotel, per pochi spettatori. […] Ci era sempre parso forzato dar vita a questo testo su palcoscenico, è una piéce nata per essere affogata nel lusso e nello spreco di un Grand Hotel, unico scenario possibile per le dinamiche di lotta e morte che la governano.
Del resto anche “Genet non sopportava di vivere in una casa propria, in un appartamento ammobiliato, e, sino alla morte, ha preferito le camere d’albergo.”
Motus

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