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dal 18 al 20 giugno
TORINO Teatro Vittoria
VITA MIA
di Emma Dante
regia Emma Dante
con Alessio Piazza, Ersilia Lombardo, Enzo Di Michele, Giacomo Guarneri
direzione organizzativa Fanny Bouquerel
luci Cristian Zucaro
produzione Sud Costa Occidentale
coproduttore principale Romaeuropa 2004
coproduttori Scènes étrangeres - La Rose des Vents Lille, Festival Castel dei Mondi 2004
Ma chi ci ha rigirati così che qualsiasi cosa facciamo è sempre come fossimo nell'atto di partire?
Come colui che, sull'ultimo colle che gli prospetta per una volta ancora tutta la sua valle, si volta, si ferma, indugia
così viviamo per dir sempre addio.
Rainer Maria Rilke
Entriamo in una stanza vuota con un letto al centro. Cos'è quel letto? Ci chiediamo: un riparo? Una pace pigra? Un termine?
C'è un viaggio nel tempo e nello spazio attorno a quel catafalco e ciò che muove tutto è qualcosa che non possiamo comprendere. La stanza dove entriamo è un buco sul nulla. È il posto dove l'anima per un attimo si sospende nell'aria prima di strapparsi dal corpo.
Una madre guarda con occhi dolci e tristi i tre figli che ha di fronte e insegna loro che la vita è la cosa più preziosa, è qualcosa che fugge, passa. La vita è una corsa attorno a quel letto.
Vita mia è il tentativo folle e disperato di ritardare fino allo stremo delle forze quest'ultimo giro prima della morte.
Chi è il prescelto? A chi tocca? Al più grande o al più piccolo? Al più buono o al più cattivo? E soprattutto perché toccherà a chi ancora non è pronto, a chi non si è fermato, a chi mantiene fermi gli impulsi della vita, le idee, le scoperte, i progetti, le piccole cariche d'energia? Tra Gaspare, Uccio e Chicco c'è un morto che deve occupare quel letto, ma la madre non vuole saperne, vacilla, si mette a sedere, piega la testa di lato e se li guarda a uno a uno i suoi maschi di casa: il grande, il mezzano, il piccolo… Come fa a sentirlo suo quel figlio morto? Con quale coraggio lo porterà fra le braccia sul letto conzato di lutto, dopo averlo vestito e avergli bisbigliato nell'orecchio parole d'amore? Come faranno le sue gambe a non cederle inaspettatamente?
Tutto è immobile: i gesti, i ricordi, le parole di conforto, i rimorsi, quell'ultimo ritmo di pulsazione del cuore che si ripete all'infinito.
Vita mia è una veglia.
Quel letto è una nave di pietra e quella stanza è il mare che ci risucchia e sparisce.
A mio fratello Dario.
Emma Dante