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venerdì 18 ore 21, sabato 19 ore 19
Cavallerizza Reale, Torino

ROSVITA

Lettura Concerto

di Ermanna Montanari
regia Marco Martinelli

con Sara Gandolino, Michela Marangoni, Ermanna Montanari, Laura Redaelli
spazio-luce
Enrico Isola, Ermanna Montanari
assistente progettazione spazio-luce
Claire Pasquier
direzione tecnica
Enrico Isola
musiche originali e sound design
Davide Sacco
consulenza musicale per il canto gregoriano
Elena Sartori
realizzazione scene squadra tecnica Teatro delle Albe
Fabio Ceroni, Luca Fagioli, Danilo Maniscalco, Massimiliano Rassu
foto
Claire Pasquier
promozione Silvia Pagliano, Francesca Venturi

produzione Teatro delle Albe - Ravenna Teatro
in collaborazione con
Ravenna Festival e deSidera Bergamo Teatro Festival
l'autrice ha liberamente rielaborato le traduzioni dal volume ROSVITA, Dialoghi drammatici, a cura di Ferruccio Bertini, Milano, Garzanti 2000

durata 1h

Roghi di giovinette, stupri e torture, cedimenti, amori impossibili che non si arrestano neanche davanti alla necrofilia, padri autoritari e pii: miniature medievali che riaffiorano da un passato remoto e che si perpetuano sempre uguali (se solo le sappiamo leggere) nelle cronache quotidiane del pianeta. La crudeltà ambigua e disorientante dei drammi di Rosvita mi parla ancora, a distanza di dieci secoli, a distanza di quasi vent'anni dal mio primo accostarmi alla sua opera: tutto, nella sua scrittura insieme devota e infuocata, vi accade all'improvviso, la tentazione e la resa e la conversione. Non c'è logica, non c'è buon senso, non c'è realismo, non c'è psicologia: tutto si compie nell'eccesso dell'interiorità, là dove affrontiamo le sfide decisive, là dove i nostri sentimenti si ergono smisurati e assoluti, non accettando sagge correzioni dal di fuori. Le figure che Rosvita tratteggia con la sua prosa rimata, svuotate della loro sostanza corporale, diventano emblemi dello spirito, marionette al vento. Urlano, pregano, si seppelliscono. Dicono di no, dicono di sì, e sempre accettano liete il loro abisso. "Là dove sarà il tuo cuore, là vi sarà anche il tuo tesoro". La "debolezza" femminile ha la meglio sul "vigore" maschile, per usare la sintesi della canonichessa di Gandersheim, la prima scrittrice di teatro a noi nota dell'Occidente. Un conflitto tra autorità patriarcale e ribellione muliebre, agito scenicamente in un'epoca in cui spesso la donna veniva descritta come "sacco di escrementi", "porta del Diavolo".
Nello spettacolo non c'è scenografia, non c'è azione, tutto va "visto" attraverso la voce, il canto, i suoni, in uno spazio-luce che richiede di essere situato ovunque e di integrarsi ovunque, isola-edicola che mi piacerebbe vedere allestita in un'autostrada, in mezzo a un parcheggio, davanti a un ipermercato. Una lettura-concerto che insegue i suoi burattini, facendone sostanza di voce, dipingendo attraverso i mille toni del grottesco una fantasmagoria immobile e "santa". Ermanna Montanari

TEATRO DELLE ALBE
Il Teatro delle Albe nasce nel 1983, e fin dai primi anni coniuga la ricerca del "nuovo" con la tradizione teatrale. Marco Martinelli scrive i suoi testi ispirandosi agli antichi e al tempo presente, e costruisce storie pensate per i suoi attori, che diventano veri e propri co-autori degli spettacoli. Nel 1988 la formazione diventa afro-romagnola con l'ingresso di alcuni attori senegalesi, tra i quali Mandiaye N'Diaye, da allora "colonna" africana della compagnia. Nasce un originale meticciato teatrale che coniuga drammaturgia e danza, ricerca musicale e sonorità dialettali. Fondamentale all'interno del Teatro delle Albe, oltre alla direzione artistica di Marco Martinelli, le accensioni visionarie e la vocalità inquietante di Ermanna Montanari, il lavoro di attore-autore di Luigi Dadina e l'apporto di Alessandro Argnani, Luca Fagioli, Roberto Magnani, Michela Marangoni, Laura Redaelli e Alessandro Renda, che dal '98 a oggi hanno segnato con la loro presenza scenica il percorso della compagnia. Gli spettacoli valgono alle Albe premi e riconoscimenti nazionali e internazionali (ricordiamo i 7 Premi Ubu, il più recente attribuito quest'anno a Ermanna Montanari come "miglior attrice" per Rosvita; i 2 Golden Laurel ricevuti al MESS Festival di Sarajevo; l'omaggio delle Journées théâtrales de Carthage, Festival di Tunisi) evidenziando una poetica rigorosa, raffinata e emozionante, capace di restituire alla scena la sua antica e potente funzione narrativa.
Il Festival ha presentato nel 1997 Lus, nel 2005 La mano e nel 2009 Stranieri.  

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