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lunedì 21 ore 19, martedì 22 ore 21, mercoledì 23 ore 19
Cavallerizza Reale, Torino

Prima Nazionale

IOVADOVIA

(antigone) contest#3

di Daniela Nicolò
regia Enrico Casagrande e Daniela Nicolò

con Silvia Calderoni, Gabriella Rusticali e la partecipazione di Bilia
ambiente ritmico Enrico Casagrande
assistenza alla regia
Giorgina Pilozzi
musica dal vivo e fonica
Andrea Comandini
direzione tecnica
Valeria Foti

produzione Motus
in collaborazione con
Festival Théâtre en Mai /Théâtre Dijon Bourgogne CDN, Festival delle Colline Torinesi
ringraziamo
Thomas Walker, Brad Burgess e Judith Malina del Living Theatre NY

durata 1h

IOVADOVIA è scritto tutto attaccato, nella confusione ottica delle lettere non se ne individua subito il senso, poi è impossibile non leggervelo perché comunque lo si colga è inderogabile.
Qui "l'attrice che interpreta Antigone", dopo tanta pubblica esposizione, si pone in rivolta verso il "nero" di se stessa, per tentare un'utopica riflessione sulla percezione (e l'azione) artistica.
VEDI-DEVI era un titolo alternativo, abbandonato perchè troppo imperativo per l'atmosfera sospesa, atemporale, sincretica nella quale si materializza questo terzo contest, dove Antigone evoca Tiresia, privato della vista per "aver troppo visto"... Entrambi sono collocabili in quel punto limite che i greci chiamano Ate, un labile confine fra vita e morte, che solo brevemente nel corso dell'esistenza può essere varcato. Li immaginiamo sul bordo di un lago nero, senza fondo, in un accampamento mobile, come i tanti sorti dal nulla ai margini delle metropoli, costruiti da quelli che hanno perso spazio vitale a seguito "della crisi" o semplicemente hanno deciso di Andarevia... Un "luogo oscuro" condiviso e illuminato dagli sguardi degli spettatori, anche in questo caso immessi nello spazio scenico, testimoni del confronto che qui assume una forma circolare, magica. L'improbabile contest si declina così sulle note di un abbandono, che non è fuga, ma viaggio verso la morte-camera oscura per Antigone e l'ignoto che si profila a un Tiresia-donna - che si esprime in un rauco inglese- dopo aver lasciato il cospetto di Creonte, accusandolo di aver invertito la cosmologia della vita e della morte. Essere vivi significa vedere il sole e essere visti da lui: Creonte ha compiuto la più infima violenza contro questa equazione, Antigone viva è gettata al buio e Polinice è lasciato a imputridire alla luce del sole... Questo rovesciamento è l'inizio dei disastri di questo pianeta dove massacri e guerre hanno lasciato un numero infinito di morti insepolti sulle strade e i vivi ad aspettare al buio dei sotterranei: tornano alla memoria i disegni dei rifugi di Henry Moore... "E questa luce sacra del sole non potrò più vederla?" si chiede Antigone mentre è condotta alla tomba... ma è proprio così? Antigone si dirige al buio della grotta e Tiresia vive già nel buio di una cecità che abbaglia. I due sguardi si scontrano. Entrambi hanno visto, e preannunciato, le stesse terrible thinghs profilarsi... Forse solo gli animali ascoltavano. Motus 

MOTUS
Motus è stato fondato nel 1991 da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, strutturato sin dalle origini come nucleo di lavoro aperto alle ibridazioni fra arti e linguaggi.
La follia d'amore, i meccanismi artificiosi della seduzione, i limiti del corpo e la sua indagine hanno da sempre invaso le scene del gruppo: O.F. ovvero Orlando Furioso impunemente eseguito da Motus ('98), Orpheus Glance e Visio gloriosa (2000), il progetto Rooms ('02). Una lunga residenza in Francia ha condotto alle liriche d'amore di Pasolini in Come un cane senza padrone ('03) e L'Ospite ('04). È stato poi con Rumore rosa ('06) e Le amare lacrime di Petra Von Kant ('06) che il tema dell'amore e dell'abbandono è stato ancor più sviscerato. Il 2006 ha visto anche un ritorno a Samuel Beckett con la video-performance A place. That again, ispirata a All strange away, l'unico testo "pornografico" dello straordinario autore irlandese.
Per la Biennale Danza 2007 Motus ha dato avvio a X (ics) Racconti crudeli della giovinezza, progetto attorno ai temi della giovinezza e delle periferie urbane, realizzato in 4 tappe: in Romagna, a Valence in Francia, ad Halle in Germania e a Napoli.
La ricerca su rapporti-ribellioni fra generazioni ha condotto nel 2009 a un nuovo progetto ispirato alla figura di Antigone suddiviso in contest: il primo è stato prodotto dal Festival delle Coline Torinesi, dove ha debuttato nel giugno 2009 con un allestimento unico, creato appositamente alle Ex Ogr.
I Motus hanno compiuto un lungo cammino al Festival, dove sono presenti per la quinta volta (dopo Splendid's nel 2003, Come un cane senza padrone nel 2005, Rumore Rosa e Piccoli episodi di fascismo quotidiano nel 2006, Let the sunshine in (antigone)contest #1 nel 2009) con il terzo frammento del progetto Antigone, a Torino in prima nazionale.

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