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14-15 giugno
CASTAGNETO PO Villa Cinema

Prima Assoluta

BUSSANDO ALLE PORTE DEL PARADISO

Recital da Cesare Pavese

di Pietra Selva Nicolicchia
regia Pietra Selva Nicolicchia

con Franco Branciaroli
e con Eloisa Perone, Raffaella Tomellini
luci Francesco Dell’Elba e Cristian Perria
musiche dal vivo del sassofonista Emanuele Cisi
fonica e studio di registrazione G.U.P.
installazione Giorgina Piccoli
costumi Roberta Vacchetta

produzione Pavese Festival
in collaborazione con Compagnia Viartisti

“Un libro che nessuno legge, e naturalmente, è l’unico che vale qualcosa, Dialoghi con Leucò”. Così Cesare Pavese raccomanda al critico Nino Frank, in una lettera inviata il 25 agosto 1950, un giorno prima di suicidarsi, una delle sue opere più tarde (uscita per Einaudi nel 1947) e meno note al grande pubblico. Un’opera lirica e simbolica, che in 27 brevi dialoghi recupera miti e figure archetipiche dell’antichità classica, per parlare ai moderni di destino e eternità, di uomini e dei.
Saffo, Orfeo, Edipo, Tiresia, Circe, Eros, Odisseo, Eracle, Tà€natos, gli Argonauti, Cratos e molti altri ancora, emergono dalle profondità del Mito, senza mascheramenti, come una vecchia favola, una filastrocca, dimenticata, dell’infanzia. Sospesi nel tempo, in spazi metafisici, dialogano di mostri e di sogni, di eroi perduti, del mondo dei morti, dell’amore dei vivi e degli dei, di vanità e destino.
Il mito dunque, che è una cifra tanto rilevante dell’opera letteraria di Pavese, e che l’autore di Santo Stefano Belbo non solo recupera dalla tradizione classica, ma cerca nella contemporaneità. E trova nell’America, nella sua letteratura, giovane, incorrotta e potente come le opere dei Greci, nella sua musica, il jazz, nella sua cultura che definì “ una lotta accanita, consapevole,  incessante, per dare un senso, un nome, un ordine, alle nuove realtà e ai nuovi istinti della vita individuale e associata, per adeguare ad un mondo vertiginosamente trasformato gli antichi sensi e le antiche parole dell’uomo.”
Bussando alle porte del paradiso è un’opera aperta, una sorta di sinfonietta incompiuta, un album composito che ha come filo rosso la musica, il jazz suonato dal vivo dal sassofonista Emanuele Cisi. Un primo studio, che si concentra sui Dialoghi e che ha l’andamento e la forma di un recital, dove protagonisti sono la voce, la parola, il ritmo poetico dei testi e la loro relazione con la musica.

E’ poesia i Dialoghi, è teatralissima materia nel suo appassionato trattenere il Caos e aprirsi ad esso. Non è il pane, o la salute o il piacere che gli uomini cercano nella alture dell’Olimpo, o nelle paludi mortali, queste cose si sa dove stanno, ma è l’altra la Cosa che cercano, che perdono. Il Mito la rappresenta, la poesia, il teatro e l’arte la raccontano e la reinventano.
Pietra Selva Nicolicchia

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