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dal 28 al 30 giugno
TORINO Teatro Astra

THE CRYONIC CHANTS

canti e poemi oggettivi, tratti da un impassibile animale

di Scott Gibbons, Chiara Guidi
regia Socìetas Raffaello Sanzio, Scott Gibbons

voci Claudia Castellucci, Monica Demuru, Chiara Guidi
e la partecipazione vocale di Teodora Castellucci
tecnico del suono Marco Olivieri
tecnico Luci Giacomo Gorini
organizzazione Gilda Biasini, Cosetta Nicolini
promozione Benedetta Briglia
amministrazione Elisa Bruno, Massimiliano Coli, Michela Medri

produzione Socìetas Raffaello Sanzio
Courtesy by Festival d’Avignon, Hebbel Theater – Berlin, KunstenFESTIVALdesArts - Brussels, Bergen International Festival, Odéon - Théâtre de l’Europe con il Festival d’Automne - Paris, Romaeuropa Festival, Le Maillon-Théâtre de Strasbourg, LIFT (London International Festival of Theatre), Théâtre des Bernardines con Théâtre du Gymnase - Marseille, Emilia Romagna Teatro Fondazione - Modena
Presentato per la prima volta nell'ambito della Festa Elettronica-Romaeuropa Festival 2004

Il Concerto è una sorta di imbuto sonoro in cui si sviluppa una parte dell’universo musicale del Ciclo della Tragedia Endogonidia che, in particolare, ha per oggetto l’alfabeto e il linguaggio verbale. Il testo è qui considerato come una “cosa” tra le cose e, come queste, soggetto al destino di una forma. Dall’azione sonora sgorga una “poesia” che non fa più affidamento a un Autore, al Poeta. Il testo “discende” da una capra. La parola “tragos”, da cui deriva “tragedia” significa “canto del capro”. L’idea è quella di ottenere una serie di parole “oggettive”, ricavate dal corpo di un capro vero e vivente. Quel capro diventa così un corpo di scrittura, attraverso il quale ci “dona” alcune parole. Si tratta, letteralmente, di far “scrivere” un testo a un capro vivente lasciato libero di pascolare su un tappeto di lettere che si ricompongono casualmente per creare nuove sequenze di fonemi. Avere un testo proveniente da un capro, nel contesto di una tragedia, significa disconoscere e sospendere tutta la tradizione della tragedia stessa e, contemporaneamente, avallare un significato brutalmente tradizionale, etimologico e letterale. Significa avere alle spalle un animale al posto di un poeta, un animale che conduce all’“aperto”, in una dimensione non-narrativa.
Per il linguaggio-testo della capra è stato adottato un sistema analogico di ricombinazione di fonemi provenienti dalle sequenze proteiche contenute esattamente nel corpo di “quel” capro, un individuo maschio di quattro anni. Le sequenze delle ammine scelte sono quelle responsabili, nell’ordine, della produzione di sperma, della crescita delle corna e della putrefazione. Le sequenze delle lettere-simbolo di ogni amminoacido delle proteine scelte, sono state riportate su tre tappeti bianchi; il capro è stato lasciato libero di pascolare e il suo percorso ha disegnato una costellazione di lettere che hanno formato una scrittura di base, che Chiara Guidi ha utilizzato per la partitura delle voci. Il carattere “biologico” di questo processo è lo stesso adottato da Scott Gibbons, che riconduce ogni sua elaborazione elettronica a una sorgente organica, e questa condizione conferisce alla biologia una dimensione propriamente abissale. (Socìetas Raffaello Sanzio)

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