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venerdì 12, sabato 13 ore 20:30
Officine Grandi Riparazioni, Torino

Prima Assoluta

LET THE SUNSHINE IN

(antigone) contest#1

di Enrico Casagrande & Daniela Nicolò
regia Enrico Casagrande & Daniela Nicolò

con  Silvia Calderoni e Benno Steinegger
direzione tecnica Valeria Foti
con la collaborazione di Giorgina Pilozzi
e di tutti i partecipanti al workshop "Non siamo una famiglia"

produzione Motus
con il sostegno di L'Arboreto di Mondaino, Festival delle Colline Torinesi, Progetto Geco - Ministero della Gioventù e Regione Emilia Romagna
presentato in collaborazione con Fondazione del Teatro Stabile di Torino, Comitato Italia 150, Urban Center Metropolitano

progetto speciale per le Ex OGR - Officine Grandi Riparazioni

durata 1h

Scegliere Antigone per costruire, tracciare, delineare e declinare il tema della rivolta nel contemporaneo, procedendo in modo frammentario e lacunoso: come fare del resto di fronte a questo nome che abbaglia e allontana? Antigone, né figlia, né madre, esce danzando, solitaria, dalla rete delle genealogie e delle filiazioni...e questa fuoriuscita dalle gabbie familiari, questa indignazione suprema che la spinge a urlare NO ad alta voce, sprezzante di tutto e tutti, ci cattura. Antigone è una figura politica, eminentemente politica, che in questi anni di opache prese di posizione e imbarazzanti conservatorismi, ci piace porre nuovamente sotto la "luce del sole".
Siamo affascinati da Antigone, da questo rapporto incredibile, questo potente legame privo di desiderio o questo impossibile, immenso desiderio che non poteva vivere, capace soltanto di sconvolgere, paralizzare, eccedere un sistema e una storia. (Jacques Derrida "Glas").
È un trattato l'Antigone ed è un trattato politico composto d'immagini radicali e bellissime.
Più che personaggio tragico Antigone è pura immagine, un fantasma di desiderio che, come sostiene Lacan, si spinge al massimo fulgore e splendore, come imago tremenda e irrisolta, tra "due morti", che non può che essere fuggevole e spegnersi con la stessa velocità con cui si è accesa.
Partiamo dunque nel viaggio verso un' ipotetica messa in scena, che non intende rappresentare una delle tante riedizioni testuali, ma evocare immagini e turbamenti che le vicende tragiche hanno lasciato impresso nell'immaginario collettivo, trasfigurandole.
Scegliamo una formula altra di ricerca in divenire: non più work in progress, ma azioni-performance intesi come contest, ovvero confronti/scontri/discussioni/dialoghi per affrontare, con una serie di eventi unici, rigorosamente site specific, domande, urgenze e sollecitazioni, elaborate da noi o inviateci da interlocutori esterni, di riflesso alla possibile rilettura/dislocazione di Antigone oggi.
LET THE SUNSHINE IN è il primo contest concepito per le OGR di Torino, con due soli protagonisti, Silvia e Benno, e la luce del sole, come testimone che tutto svela... Due interpreti in uno spazio immenso, che, nella totale solitudine di coppia, di volta in volta diventano (Antigone e Polinice), (Eteocle e Polinice), (Ismene e Antigone), (Creonte e Antigone)... personaggi volutamente posti fra parentesi, anch'essi pretesti mitopoietici dove, ad esempio, Polinice - pacifista o terrorista - a seconda delle interpretazioni incarna l'idea stessa di fratellanza, ma anche l'ambivalenza stessa delle varie esegesi che negli anni si sono avvicendate attorno alla sua figura.
Prendiamo avvio dall'eccesso di Antigone, dal fuori misura del suo fare, del suo stesso amare, dal suo smisurato attaccamento, quasi incestuoso, per Polinice, per andare alla ricerca della "living-Antigone" nelle rivolte del contemporaneo, lavorando per tracce, impronte, frammenti, indizi lasciati sul terreno: del resto è proprio il trascinamento-tentata sepoltura del corpo di Polinice il centro della tragedia, o meglio, è la vicenda mitica più antica (Syrma Antigónes -la traccia di Antigone- pareva chiamarsi una località vicina a Tebe, secondo Pausania).
Al centro del contest c'è dunque il legame potentissimo, autodistruttivo fra due fratelli/attori che provano una rappresentazione impossibile a farsi, che si sgretola nel suo tentare la verosimiglianza, dove le figure tragiche sono "usate" secondo un personale processo combinatorio, una riscrittura politico-policentrica, quasi beckettiana... Del resto il tema è troppo ampio e controverso per essere risolto con una drammaturgia lineare intenta a concepire unidirezionalmente Syrma Antigónes,  lo spettacolo che chiuderà il progetto: decidiamo di mettere in scena i dubbi e le contraddizioni che assillano la nostra stessa idea di teatro, sempre più rarefatta e informale. E' il processo creativo stesso che nel suo farsi si frammenta, esplode, si frattura in una serie di piccoli e grandi performances che verranno elaborate nei vari spazi dopo un periodo di residenza di almeno 7/10 giorni, lavorando con poco, all'insegna dell'assoluta povertà di mezzi e tecnologie. E' una scelta di principio, obbligata certo dalla scarsezza di risorse del sistema italiano, ma anche fortemente coerente con l'anima del percorso tutto: un viaggio con Antigone lontano dagli sprechi dei Palazzi!
Motus

MOTUS
Motus è stato fondato nel 1991 da Enrico Casagrande e Daniela Nicolò, strutturato sin dalle origini come nucleo di lavoro aperto alle ibridazioni fra arti e linguaggi.
La follia d'amore, i meccanismi artificiosi della seduzione, i limiti del corpo e la sua indagine hanno da sempre invaso le scene del gruppo: O.F. ovvero Orlando Furioso impunemente eseguito da Motus ('98), Orpheus Glance e Visio gloriosa (2000), il progetto Rooms ('02). Una lunga residenza in Francia ha condotto alle liriche d'amore di Pier Paolo Pasolini, alla sua irrinunciabile attrazione «per i corpi senz'anima» che popolano le notti delle periferie romane in Come un cane senza padrone ('03) e L'Ospite ('04). È stato poi con Rumore rosa ('06) che il tema dell'amore e dell'abbandono è stato ancor più sviscerato, con l'avallo di alcuni stralci di dialogo furente da Le amare lacrime di Petra Von Kant, manuale d'amore universale e melodrammatico. Il 2006 ha visto anche un ritorno a Samuel Beckett, con la video-performance A place. That again ispirata a All strange away, l'unico testo "pornografico" dello straordinario autore irlandese.
Per la Biennale Danza 2007, Motus ha dato avvio a X(ics) Racconti crudeli della giovinezza. La stessa ricerca sul rapporto fra generazioni ha condotto a un nuovo progetto ispirato alla figura di Antigone, che si svilupperà nel 2009 e 2010.
Motus è presente al Festival per la quarta volta, dopo Splendid's nel 2003, Come un cane senza padrone nel 2005, Rumore Rosa e Piccoli episodi di fascismo quotidiano nel 2006.

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