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19 - 20 giugno
TORINO Cavallerizza Reale

ARDIS I

ADA, CRONACA FAMILIARE

di Chiara Lagani
regia Luigi De Angelis

ideazione Chiara Lagani e Luigi de Angelis
scene e luci Luigi De Angelis
costumi Chiara Lagani
ondes Martinot Bruno Perrault
pianoforte Matteo Ramon Arevalos
macchine del suono Mirto Baliani
con Luigi De Angelis, Marco Cavalcoli, Chiara Lagani, Sara Casotti.
immagini video A. Zapruder filmmakersgroup
fotografie Enrico Fedrigoli
consulenza letteraria Luca Scarlini
sartoria Laura Graziani Alta Moda
realizzazione scenotecnica Marco Cavalcoli, Sara Masotti, Marco Molduzzi, Andrea Mordenti
promozione Sergio Carioli, Marco Molduzzi
ufficio stampa Marco Molduzzi
logistica Sergio Carioli
amministrazione Antonietta Sciancalepore

produzione Fanny & Alexander e Ravenna Festival
in collaborazione con Santarcangelo dei Teatri, Cineteca di Bologna, Xing
con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna

GLI ARDORI E GLI ALBERI DI ARDIS

Ardis, l’arte e l’ardore, questo è il leitmotiv ossessivo di Ada.
Quando Fanny & Alexander battezzò la sua sede teatrale, a Ravenna, circa tre anni fa, tra tutti i nomi possibili, fu scelto un nome preso a prestito dalla letteratura. ”Ardis Hall”, la mitica magione romanzesca di Ada, fulcro dell’amore di Ada e Van, Eden e Ade, matrice prima della stessa idea di opera d’arte. Nome che sa di ardore.
La storia di Ada è apparentemente semplice.
Ada è il primo amore di Van. Van è il primo amore di Ada. Essi sono amanti, ma sono anche fratello e sorella. Li si crede nati da fratelli germani e nel romanzo tutto è calcolatamente costruito per occultare e svelare, vicendevolmente e impercettibilmente, la vera natura del loro amore. Ada e Van sono al tempo stesso stranamente simili e risolutamente differenti: il loro amore può andare dal più assoluto maniacale narcisismo alle più violente e atroci rotture. Vivono su Antiterra, nostro pianeta gemello, dove l’idea di Terra è un mito e ogni forma d’arte un gioco.
Ottant’anni dopo, Ada e Van sono sempre insieme ed è insieme che scompaiono, come per evanescenza, dal libro di memorie in cui Van fa il racconto del loro amore. Martiri del tempo, infinitamente e beatamente decrepiti, distesi sulla schiena nel loro letto metafisico, non possono morire, nemmeno alla fine, all’inevitabile fine dell’opera che essi stessi stanno componendo con le loro vite.
Ardis I è la prima delle sette “dimore” in cui Fanny & Alexander sosterà, per Ada, cronaca familiare. Questa dimora è quella edenica del primo incontro d’amore tra Ada e Van, quella impossibile e già perduta dell’ossessivo ripresentarsi di un mito ormai incandescente, per Nabokov, ma anche per Fanny & Alexander.
Questa dimora ha per noi una specifica strana natura, quella d’ingresso, un’allusiva stanza, luogo enigmatico ribattezzato “cinema da camera”.


CINEMA DA CAMERA
Immaginate un giardino in una sala da concerto, e una galleria d’arte in quel giardino...
L’avete fatto? Ecco, siete arrivati a una delle possibili definizioni di “cinema da camera”.
Adesso immaginatevi una galleria d’arte, e pensatela dentro un teatro, esso stesso situato all’interno di un romanzo, che pare talvolta trasfigurarsi in quel giardino dal quale siete partiti, e trasformarlo in una sorta di demonico Eden. Infine immaginatevi come addormentati, dentro la stanza in cui avrete collocato il giardino Ardis e immaginatevi poi, al risveglio, di cader vittime d’un magnifico errore: quel giardino, all’improvviso, non è più un giardino, ma una stanza nuda, piena di occhi, che vi scruta, che vi chiama da ogni lato dentro un altro giardino. Immaginate dunque una porta chiusa, in una stanza, sulla quale un’apertura informe sveli certe figure affacciate ad altrettante finestre, che danno sul racconto che voi state, in prima persona, per accogliere.
Abbiamo collocato davanti alla vostra finestra la vista sull’interno di una camera: un dipinto che rappresenta esattamente la porzione di paesaggio occupata dal dipinto. Se il soggetto del paesaggio fosse un albero, questoalbero nasconderebbe dunque quell'altro albero che gli sta dietro, fuori dalla stanza. La stessa cosa avverrà dunque per soggetti differenti: uccelli, baci, tradimenti. Essi si troveranno per voi, spettatori, talvolta all’interno della stanza, sul dipinto, talvolta all’esterno, nel paesaggio reale. La casa sarà dunque una finestra aperta sulla parete d’una stanza, ma darà su una stanza che a sua volta contiene la casa. Quest esperienza ripagherà, in parte, la vostra fiducia riposta nel romanzo-giardino di partenza, dimostrandovi, forse, che il vostro piacere di spettatori, nel caso esista, potrà dipendere solo da un enigma, attaccato a voi, ad un dipinto e al romanzo; infine, che starà a voi decidere se vorrete attraversarlo.

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