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1 luglio
SAN RAFFAELE CIMENA Sala Consigliare

LA VIETATA PARTE

di Cosimo Lupo
regia Cosimo Lupo

con Giusi Talarico, Anna Cavalleri, Lorenzo Boesso, Cosimo Lupo
assistente alla regia Vito Longo
scenografie Anna Cavalleri
luci Alessandro Mascherpa e Walter L’Assainato
fumetto Anna Cavalleri
gioco da tavolo AreaIt
video prodotto da MotusFaber montaggio di Vito Longo

Mia madre sostiene che io abbia vinto il campionato italiano di cubo magico dopo aver intimidito gli avversari cantando “Brava brava” di Mina due toni sopra. E invece la memoria la inganna perché arrivai terzo. E solo i primi due classificati furono invitati a Portobello, il noto show televisivo i cui partecipanti si sfidavano nella inaudita impresa di far parlare un pappagallo tracheotomizzato, tragico mitologhema la cui influenza sui movimenti artistici degli Anni Novanta è nota a tutti. In palio c’era una fornitura decennale di tonno spalmabile, che siccome non fu vinta da nessuno, venne data ad un cinese che ne fece un quadro, esposto anni dopo, tra la commozione di tutti, alla Biennale di Venezia.
Persi l’occasione della mia vita: a soli quattordici anni, quando ogni minimo accadimento determina irreversibilmente gli sviluppi della personalità, avrei potuto fare il mio primo passaggio televisivo, intridermi di moderni linguaggi, diventare odiosamente sicuro di me, e forse, verso i vent’anni, scrivere uno spettacolo crudele e spietato però bellissimo, pieno di corpi totemizzati e citazioni da Cioran che avrebbero senz’altro consolato mia zia per l’incredibile penuria di scapoli.
Invece sono arrivato a trentacinque anni ed ho scritto uno spettacolo di settanta centimetri che è anche un gioco, un fumetto, un video. E non l’ho neppure fatto da solo.

Il punto esatto è sotto i quattro pini radi che la notte precedente erano stati bosco scuro. Questi dividono l’albergo bianco balena dalla spiaggia (Giuseppe qui è comodo perché l’acqua è bassa, mica come in Liguria che bisogna decidere per forza se andare o restare). Da un lato, pensate un po’, una piscina, dall’altro il giardino delle ricerche. Tutto era pronto per la seconda nascita.

Lui, Giuseppe Lagrasta, Barletta la abita e ne è abitato, ma anche la morde, la capriola, la traccia, la allucina. Insegna all’università di Roma e nella primavera del Duemila, durante le tratte in treno, cominciò a costruire radure di parole. Che poi mi spediva a Milano. Mi scrisse delle esplosioni alla cava di marmo e dell’uomo incompiuto che le guarda. Perché sulla pietra si scrive, cosa credevo. Si scrivono mappe.

La mappa comprendeva: fontana, cervo, ponte, clessidra, porta, acqua, giardino, foresta, specchio, chiave.
Così mi chiusi con i miei compagni nel labirinto, dove rimanemmo intrappolati per anni senza saperlo (noi credevamo di essere in un laboratorio di teatro). Ne uscimmo soltanto quando Anna ci portò tutti al mare. Praticamente reimparammo a parlare. Walter e Alessandro ripresero l’evento (è questo il video che vi dicevo), Anna lo disegnò (il fumetto), Giovanni e Barbara codificarono le regole (il gioco da tavolo). Qualcuno non voleva proprio nascere e cercò di uccidere, qualcun altro cercò di andarsene via mare. Bene, avevo la mappa definitiva: delitto, corpo, Sisifo, incompiutezza, gioco, naufragio. Potevo lavorare allo spettacolo.
Certo, mancava ancora il varco, ma quando Vito prese in mano una cornice capii che stavamo tutti per nascere.
E abbandonammo La Vietata Parte.

Dannato cubo, non mi è ancora passata. Vi confido un segreto: La Vietata Parte è la storia della composizione di una sestina lirica, questo da copione, ma la realtà è che in ogni replica cerco ostinatamente di ricomporre quelle sei facce colorate.

Cosimo Lupo

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