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2 - 3 luglio
TORINO Punto Verde Villa Genero

GIULIO CESARE

di Shakespeare e dai comunicati dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale del Subcomandante Marcos
regia Paolo Mazzarelli

adattamento e riduzione Paolo Mazzarelli
assistenza drammaturgica Alessia Todeschini
assistenza registica Francesca Marconi e Chiara Bellosi
con Paolo Mazzarelli, Fabio Monti, Lino Musella, Tommaso Banfi,
Valeria Sacco

produzione CSS Teatro Stabile di Innovazione del FVG
in collaborazione con Armunia Festival Costa degli Etruschi

Perché si arriva a dire "ya basta!"(adesso basta)?
Come si lotta contro il potere?
La violenza è sempre sbagliata?
Verità e violenza possono camminare insieme?
Quali errori si porta dietro, e quali conseguenze, una rivolta armata?
Quali errori si porta dietro, e quali conseguenze, una rivolta pacifica?
Sono solo "terroristi" quelli che dichiarano guerra ai potenti?
Può una figura "politica" uccidere, e poi presentarsi davanti al popolo a spiegare il perché della sua azione?
E’ legittimato a farlo?
Perché si deve uccidere?
Perché non si deve uccidere?
Come si lotta?
Come si lotta? Oggi, come si lotta ?
Ieri, come si è lottato?
Si sono fatti e si faranno sempre gli stessi errori?
Esiste una guerra giusta?
Esiste un esercito buono?
Ogni rivoluzione è sempre sconfitta?
Chi sbaglia, paga?
Chi paga?
Chi, vince?

Per provare a rispondere a queste domande, solo per questo, ho cominciato a lavorare al Giulio Cesare, il più politico dei testi di Shakespeare, cercando di avvicinarlo a noi, oggi.
In seguito ho accostato ai materiali shakespeariani alcuni bravi testi estratti dai comunicati dell’EZLN – Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, che capeggiato dal Subcomandante Marcos sta tenendo in scacco il governo messicano da anni.
Non esistono risposte preconfezionate, ma i personaggi shakespeariani, che ho provato a "difendere" tutti, ognuno per il suo punto di vista, e le poche parole storico-profetico-poetiche di Marcos che ho voluto disseminare nel testo, costituiscono il migliore cannocchiale per cercare di guardare al cielo che custodisce queste risposte.
Lo spettacolo ignorerà così ogni ambientazione "romana"; del testo ho tenuto solo 5 personaggi e la voce del popolo: Bruto, Cassio, Casca, Antonio, Porzia che saranno nient’altro che dei giovani uomini e delle giovani donne in crisi col loro tempo, presi dalla impellente necessità di agire per cambiare, per combattere o per difendere, per uccidere o per amare, ognuno secondo il suo punto di vista.
A emergere saranno allora, di nuovo, le domande che mi sono posto all’inizio.

Paolo Mazzarelli

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